Da luglio 2023 i visitatori dovranno sborsare 5 euro per l’ingresso al Pantheon. Esenti i residenti a Roma e alcune categorie specifiche: under 18, categorie protette, docenti che accompagnano scolaresche, i canonici del Capitolo della Basilica e il personale laico e religioso e “tutti i chierici e le guardie d’onore alle Reali Tombe del Pantheon, come sarà libero l’accesso per l’esercizio del culto”. I ragazzi dai 18 ai 25 anni pagheranno solo 2 euro

Il Pantheon di Roma, capolavoro dell’architettura romana

Il Pantheon di Roma è un grandioso capolavoro dell’architettura romana, uno dei monumenti antichi meglio conservati al mondo. Costruito da Agrippa nel 27 a.C. e ricostruito da Adriano nel 130 a.C.. Consigliamo la visita verso mezzogiorno, quando il sole penetra dall’occhio della cupola

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Pantheon

“Il più bel resto dell’antichità romana è senza dubbio il Pantheon. Questo tempio ha così poco sofferto, che ci appare come dovettero vederlo alla loro epoca i romani.  Credo che questa volta immensa, sospesa sulla testa senza apparente sostegno, dia agli sciocchi il senso della paura; ma ben presto si tranquillizzano e dicono: “E’ per farmi piacere che si son presi la pena di darmi una sensazione così forte!”

Stendhal, Passeggiate Romane

Nell’anno 27 a.C. Agrippa, genero e architetto di Augusto, erige il Pantheon sul luogo dove Romolo, secondo la leggenda, “ascese” in cielo durante una cerimonia. È un tempio comune, rettangolare, di media dimensione, concepito come luogo di culto collettivo di più divinità.

Nel corso degli anni il tempio subisce incendi e altre calamità, viene restaurato più volte finché l’imperatore-architetto Adriano lo ricostruisce fra il 118 e il 128 d.C. È sicuramente di Adriano il pronao con le sedici colonne, l’ampliamento della “rotonda” e la cupola in calcestruzzo – la più larga che si sia mai costruita in muratura – realizzata con una tecnica d’avanguardia. Adriano vuole ricordare l’architetto originario, e ripristina l’iscrizione sul frontone: “(Marco Agrippa, figlio di Lucio, Console per la terza volta, edificò).

Nel 608 l’imperatore Foca dona il tempio a Papa Bonifacio IV che lo consacra al culto cristiano: Sancta Maria ad Martyres, capolavoro dell’architettura romana e primo caso di trasformazione di un tempio pagano in chiesa cristiana.

Il tempio si presentava su una gradinata che partiva da una piazza porticata più bassa dell’attuale. In origine la calotta era esternamente coperta con tegole di bronzo dorato collocate a squame, sottratte nel 663 dall’imperatore d’Oriente Costante II e sostituite da una copertura di piombo nel 735. Stessa sorte subiscono i rivestimenti bronzei del portico, usati per fondere cannoni o concessi da Urbano VIII al Bernini per realizzare il baldacchino di S. Pietro. Poche le aggiunte all’architettura originaria: gli ornamenti della chiesa, i sepolcri di grandi artisti (Raffaello) e quelli dei Reali d’Italia.

Sempre il Bernini erige due brutti campanili ai lati del timpano definiti “orecchie d’asino”, eliminati a fine Ottocento.

 

 

Nel Pantheon trovarono posto anche busti onorari che Pio VII fece rimuovere e trasportare in Campidoglio, nell’attuale Protomoteca (raccolta di busti di personaggi illustri).

Oggi l’assenza del rivestimento mette a nudo l’opus in mattoni con gli archi di scarico che sostengono il peso della mole. Il pronao nasconde la vista della “rotonda” fino all’ingresso nello spazio determinato da una sfera inserito in un cilindro, il finito e l’infinito insieme. Il pavimento è coperto di marmi a colori e così pure le pareti a sostegno della cupola terminante con un grande oculos circolare – un’apertura di 9 metri di diametro – che serviva a dar luce all’interno e come sbocco al fumo dei fuochi sacrificali. L’asse dell’edificio contempla una piccola deviazione rispetto all’ orientamento nord-sud: ogni anno, alle 12 del 21 giugno, solstizio d’estate, il raggio di sole che attraversa l’oculos investe il visitatore che accede all’interno dal centro del portale.

Piazza della Rotonda

Dominata dal Pantheon e circondata da edifici settecenteschi che probabilmente ricalcano l’antico porticato dove fino alla metà del ‘900 si svolgeva un mercato. Al centro la bella fontana in marmo africano su progetto del Della Porta, con il piccolo obelisco Campese, collocato nel 1711 su commissione di papa Clemente XI e decorato con delfini e stemmi. Il grandioso monumento la caratterizza a tal punto che molti romani non ne conoscono neppure il nome: la chiamano semplicemente “la piazza del Pantheon”

Al centro della piazza, caratterizzata dalle facciate settecentesche degli edifici che vi si affacciano, si innalza l’obelisco, collocato nel 1711 su commissione di papa Clemente XI e decorato con delfini e stemmi.

Due le curiosità: una targa affissa sull’edificio di fronte al Pantheon ricorda come la piazza sia stata bonificata nel XVIII secolo da osterie e luoghi di malaffare ad opera dell’autorità papale; un’altra targa, affissa sulla facciata del palazzetto che oggi ospita l’albergo Del Sole, tramanda ai posteri che qui abitò il poeta Torquato Tasso.

Il regista inglese Peter Greenaway scelse la piazza per ambientare molte sequenze del film “Il ventre dell’architetto“.

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